martedì 6 settembre 2011

Il senso di responsabilità dei Medici Convenzionati

Al Direttore Generale Sanità
Regione Lombardia


Egr. direttore,
leggo che, secondo Regione Lombardia, i Medici di Famiglia non avrebbero dimostrato il dovuto senso di responsabilità nell’ambito della trattativa per il rinnovo dell’AIR.
Il Consiglio Regionale SNAMI che presiedo ha deciso lo stato di agitazione nella seduta di venerdì 2 settembre 2011. A prescindere da questo fatto voglio tuttavia replicare in merito a quanto sopra. Spero davvero che tale affermazione sia stata uno “sbotto” di qualche funzionario un po’ troppo zelante, oppure sia stata una battuta “sparata” alla stampa nell’ambito della dialettica di un difficile rinnovo contrattuale. Sarei invece seriamente preoccupato se tale frase fosse stata profferita in maniera ponderata.
Non ho mai capito il motivo (o forse lo capisco anche troppo bene) per il quale non si vuole prendere in considerazione il fatto che il Medico di Assistenza Primaria (ma un poco anche tutti gli altri Medici Convenzionati) è un professionista che deve affrontare dei costi di produzione e un rischio di impresa. Gli affitti a Milano, a Brescia, a Como e in qualsiasi città e località turistica lombarda sono oramai intorno ai 1000 – 1200 euro al mese. ...E mi fermo qui, per non snocciolare il peana relativo ai continui aumenti di luce, telefono, benzina, etc.
Il livello qualitativo della prestazione erogata al paziente viene valutato dal paziente stesso, il quale, avendo a disposizione altri 7999 medici di famiglia lombardi, può (giustamente) cambiare medico in un amen. In altri termini, se il Medico perde la fiducia dei suoi pazienti rimane senza stipendio. Cosa che, ovviamente, non succede ai Colleghi della Dipendenza.
In sintesi: se al Medico di Famiglia non viene aumentato lo “stipendio”, egli, anno dopo anno, mese dopo mese, prenderà SEMPRE DI MENO proprio perché dovrà tenere un livello alto nell’erogare le proprie prestazioni e dovrà continuare a comprare (a costi crescenti) i servizi e gli strumenti che gli consentono di lavorare.
Vedo che sempre più Medici di Assistenza Primaria SONO COSTRETTI ad andare a lavorare in studi posti a fianco di farmacie.
Vedo che sempre più Medici chiedono un sussidio economico e l’assistenza dell’ENPAM perché NON HANNO NEANCHE I SOLDI PER MANGIARE. A memoria di chi mi ha preceduto, tali eventi, in tale diffusione ed ampiezza, non si erano mai verificati in passato.
Seguiranno e continueranno poi il confronto (anche aspro) e le azioni sindacali (anche dure) e non voglio qui entrare nel merito specifico della trattativa. Ma queste quattro righe mi sembrava giusto scriverle.

Cordiali saluti



Roberto Carlo Rossi
Presidente SNAMI Lombardia

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